Reviews from Rock - West: films

Heart of gold - Jonathan Demme (2006)

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Heart of gold

Jonathan Demme

2006

Il Paramount è un bellissimo teatro situato proprio nel cuore di Austin, su Congress Avenue, la via che dal fiume porta al Capitol, il palazzo del governo texano. La 6th Street, con tutti i suoi locali, riposa tranquilla a pochi passi di distanza in attesa di scatenarsi al calare del sole. Il pubblico attraversa ordinatamente il foyer e raggiunge velocemente platea e palchi. Solo i pochi ritardatari, tra cui il sottoscritto (avevo da poco lasciato Jimmy La Fave e James Talley all'altro capo della città), possono vedere le maschere del teatro stendere a terra il tappeto rosso: segno inequivocabile che da lì a poco "qualcuno" sarebbe potuto arrivare. Infatti, pochi minuti dopo, sono gli stessi Neil Young, la moglie Pegi (con tanto di enorme recipiente contenente popcorn) e il regista Jonathan Demme a salire sul palco ad augurare buona visione alle persone che gremiscono la sala. Si spengono le luci e subito le note di The Painter ci catturano per accompagnarci attraverso le vie di Nashville; poi a turno, sull'auto diretta al Ryman Auditorium, vengono intervistati i vari musicisti che Neil Young ha scelto per il suo ultimo album, Prairie Wind, da poco certificato disco d'oro negli States. Young ha richiamato al completo tutti i professionisti coinvolti nelle sessions per questo concerto (siamo ad agosto) che rimarrà l'unica occasione per riproporre nella sua totalità Prairie Wind dal vivo. È interessante ascoltare le voci dei musicisti, e in special modo lo steel guitarist Ben Keith che parla degli inizi con Young, poi il pianista Spooner Oldham, e via via gli altri.
Ora in sottofondo c'è la title-track, con i fiati (Wayne Jackson, Memphis Horns) sugli scudi, e le immagini riprendono l'arrivo al luogo del concerto, il sound-check, e l'arrivo degli spettatori.
Il tempo di ammirare la luna piena sull'auditorium e si apre il sipario: su sfondo giallo oro si riparte dall'inizio, da The Painter: uno Young in completo chiaro e cappello bianco è attorniato dalla numerosa band.
In No Wonder il canadese rimane all'acustica e la Gibson è suonata per l'occasione da Grant Boatwright: il finale è incandescente. Cambia lo sfondo su Far From Home, che riporta l'interno confortevole di una casa.
Il pubblico non viene mai inquadrato, ma alla fine di ogni pezzo si sentono applausi scroscianti, ai quali si aggiungono gli applausi dei presenti al Paramount.
Era dai tempi di Philadelphia che Demme e Young volevano tornare a lavorare insieme, e pare che la decisione definitiva sia arrivata dopo la realizzazione del film Greendale del canadese, molto apprezzato dal regista. Prairie Wind ha avuto una gestazione difficile, con la morte del padre di Young, e i gravi problemi di salute avuti da Neil stesso, ma le canzoni lasciano tutte trasparire una grande tranquillità interiore, una serenità, forse, finalmente raggiunta. I pezzi sono tutti omaggi al passato, alla famiglia, al natìo Canada, ma anche ai numerosi momenti difficili che questa rock-star ha attraversato nel corso di oltre quarant'anni di carriera, e sessanta di vita.
Emmylou Harris è bellissima come a vent'anni e duetta con Young in This Old Guitar, dedicata ad una chitarra appartenuta ad Hank Williams. L'acustica del Ryman si conferma ottima, e del resto questa è una delle sale da concerti più famose al mondo.
Scorrono via via tutti i pezzi del nuovo disco, e toccante è la riproposizione di When God Made Me con il coro della Fisk University.
A volte il regista si sofferma un po' troppo sui primissimi piani del viso del protagonista, quindi non si capisce che strumento stia suonando in quel momento, ma per il resto le inquadrature sono splendide e molto buona è la fotografia di Ellen Kuras. Alla fine si passa ad una sorta di greatest hits live, con Old Man e One Of These Days su tutte, per non parlare di Heart Of Gold che dà il titolo a questo film, così che il dvd di prossima uscita diventerà un indispensabile documento visivo per chi ama il Neil Young in versione acustica.

(da Jam #126)

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